Giorni fa viene da me in ufficio un ragazzo di ventisette anni per un check up del capello.
Era spaventato. Manifestava una forte caduta e i capelli rimasti erano molto sottili.
Mi dice che è successo tutto in breve tempo. Che in seguito ad un periodo di forte stress da esami ha iniziato a perdere i capelli, e che ora la caduta non si ferma più.
Toccandogli i capelli effettivamente ne rimanevano tra le mani moltissimi.
Mi fa vedere una foto dell’anno prima e mi dice: “Vedi solo un anno fa com’erano belli i miei capelli!”
“Analizziamo la situazione attraverso il check up prima di perderci d’animo” gli dissi.
Internamente, spesso la situazione è meno grave di quanto non appaia, invece, all’esterno. Un ragazzo di ventisette anni che si vede denudato dai suoi capelli è giustamente turbato. Ma spesso la soluzione è dietro l’angolo.
E in effetti guardando in dermatoscopia i follicoli erano tutti aperti e quindi con la papilla attiva, ricettivi.
Attraverso il check up abbiamo stabilito che c’era la possibilità di recuperare dell’80%, e così abbiamo deciso di intraprendere un programma di recupero del bulbo. Nulla di invasivo. Nulla che potesse minacciare il suo senso di adeguatezza: avrebbe potuto recuperare in buona parte i suoi capelli, che oggi sono per lui solo un ricordo in una foto.