Questa è la storia più triste della mia esperienza lavorativa, risale a tanto tempo fa (per fortuna).
Ricordo che una mattina venne da me una ragazzina che chiamerò S. accompagnata dal fratello molto più grande di lei.
S. aveva una folta chioma di capelli lunghi, ricci, e neri neri, e occhi neri grandi, e luminosi. subito il fratello mi spiega che S. ha 16 anni e che stava iniziando una chemioterapia per un problema ai polmoni, terapia che sarebbe durata 6-8 mesi, già le avevano detto che avrebbe perso tutti i capelli e che poi sarebbero ricresciuti.
S. però non voleva stare senza e anche il fratello era d’accordo, e così, abbiamo iniziato a prelevare l’area facendo il nostro parametro e con urgenza la preparazione dei capelli.
il giorno dell’integrazione dei capelli S. mi bombardò di domande: “Posso tenerli lunghi? Posso mettere il gel? Posso raccoglierli? Posso fare due codini con questi fiocchetti rossi?”
Era molto agitata, ma anche molto felice e gioiosa, rideva, scherzava poi ancora “Questa settimana aprono la piscina all’aperto, posso andarci?”
Era molto agitata, ma anche molto felice e gioiosa, rideva, scherzava poi ancora “Questa settimana aprono la piscina all’aperto, posso andarci?”
“Tutto quello che vuoi S.” risposi.
Vedevo S. ogni volta che veniva a prendere la crema balsamica per i capelli, era molto provata dalla sua malattia, molto magra ma sempre allegra mi diceva: “Vado in piscina due volte alla settimana e i miei capelli sono stupendi, sai che faccio anche qualche tuffo, ora meno perché mi sento un po’ debole”.
Era ottobre quando venne il fratello dicendo: “Il funerale è stato fatto due giorni fa ma S. aveva un vestito lilla e questi suoi capelli neri, era bellissima”.
S. non aveva compiuto ancora 17 anni, non sono riuscita a trattenere le lacrime e ho pianto insieme al fratello.
Questo è accaduto tempo fa, ma S. la ricorderò sempre per il suo sorriso, la sua voglia di vivere, e quella chioma di capelli neri che le donava tanto, alla quale giustamente non voleva rinunciare.