Circa tre anni fa venne da me un ragazzo di trentadue anni che chiamerò S.
S. era un ragazzo della provincia di Bari. Era venuto a conoscenza del mio centro, e si era messo in contatto con me telefonicamente. Prendemmo un appuntamento, e, insieme, decidemmo che bisognava fare il grande passo.
Il giorno dell’integrazione, giunto da me, mi raccontò che il viaggio in treno era stato particolarmente agitato.
Come capita spesso, il giorno di questa fatidica data, anche S. si presentò da me con una pettinatura che tentava di coprire il più possibile i vuoti, ma senza grandi risultati.
S. sempre agitato e senza sorriso, in tre ore prese quattro caffè, andò in bagno due volte, non parlava.
Durante le tre ore passate insieme a mettere i capelli, riuscii a percepire tutta la sua ansia.
Finalmente, terminiamo il taglio.
Alla fine sì, S. si piaceva, ma il cambiamento era troppo radicale.
Così gli consigliai di fare un giro per i negozi di Bologna prima di ripartire. Ebbe quindi la possibilità di incontrare più, e più volte, la sua immagine riflessa nelle vetrine dei negozi.
S. dopo due ore tornò da me e disse: “sai che sono proprio bello?”
S. hai proprio ragione!